Corna di Medale 1029m
Via Boga

Via storica del Medale, tra le più lunghe della parete, purtroppo dimenticata. Rimane una via interessante per i collezionisti di itinerari nel gruppo delle Grigne,  personalmente non mi sento di consigliarla in quanto ha una cattiva qualità della roccia e a tratti la chiodatura è parecchio datata. Complimenti a Boga che per l'epoca di apertura ha compiuto una bella impresa.

REGIONE:
Lombardia

GRUPPO MONTUOSO:
Corna di Medale

LUNGHEZZA:

370m di sviluppo, 12 lunghezze

DIFFICOLTÁ:

VI+, A1 (V+ obbligato)

ESPOSIZIONE:

sud-est

MATERIALE CONSIGLIATO:

rinvii, nuts e friends, cordini

TIPO DI ROCCIA:

Calcare grigio a tratti parecchio unto, erbosa e con qualche breve tratto friabile

APRITORI:

Mario Dell'Oro (Boga) - F. Polvara - Ugo Tizzoni nel settembre 1934

PERIODO CONSIGLIATO:

febbraio/marzo, perchè la vegetazione potrebbe dare problemi nei mesi sucessivi, inoltre nei mesi di novembre, dicembre, genaio la via va in ombra molto presto e potrebbe fare troppo freddo. In estate troppo caldo.

ACCESSO STRADALE:

Seguendo la super strada Milano-Lecco si esce a Lecco centro, quindi si seguono le indicazioni Valsassina. Si può parcheggiare nella località di Laorca o a Rancio dipende da che parte si vuole scendere, entrambe le soluzioni hanno gli stessi tempi.

AVVICINAMENTO:

Da Laorca si giunge al cimitero e si seguono le indicazioni per la ferrata, poco prima di questa si sale per sfasciumi e bosco ripido fino ad arrivare ad una corda fissa.
Da Rancio, si sale la ripida strada sino alla prima deviazione sulla sinistra, quindi si continua e arrivati poco oltre una villa con giardino si imbocca una lunga scalinata (cartelli indicatori per la ferrata). Poco oltre questa si inizia a salire per ripido bosco con sfasciumi sino alla corda fissa.
45 minuti di avvicinamento

ATTACCO:

si attacca una quindicina di metri a destra della Milano '68, nei pressi di uno spit posto davanti a un terrazzo, dove la corda che attrezza la parte finale dell'avvicinamento piega a sinistra.

RELAZIONE:

L1 si sale esattamente sopra lo spit cercando il facile, si incontra qualche raro chiodo sulla sinistra, nel canale diedro che sale sopra il terrazzo di attacco intasato da erba e sterpaglia, fare attenzione, fino a quando dopo 40m si trova sulla destra una sosta. Proseguire per altri 10m fino a sostare sotto una fessura molto larga al centro di due pareti compatte e quasi strapiombanti. (50m IV/V)
L2 si attacca la fessura camino molto unta e un pò faticosa con numerosi chiodi fino al suo termine dove si esce su una cengia piccola ed erbosa. (20m V+/VI-)
L3 proseguire piegando nettamente a sinistra per gradoni e salti erbosi, pochi i tratti di arrampicata, tranne che nella parte finale, dove per roccia un po brutta si esce alla sosta su albero e un fix. (a sinistra si intravedono le calate della Milano'68) (40m III+/IV+)
L4 dalla sosta si attraversa a destra per una decina di metri su una stretta cengia erbosa fino che la parete diventa scalabile verticalmente, si incontrano delle clessidre e della roccia a buchi a volte tagliente. Proseguire verticalmente per 30m circa incontrando roccia a volte friabile e a tratti con vegetazione, far sosta su un terrazzino sotto il primo tiro di A0. (45m V+)
L5 dalla sosta di sale verticalmente con arrampicata sostenuta e appoggi unti e prese sfuggenti, si incontrano numerosi chiodi e si integra con dadi e friends. Proseguire lungo la fessura in A0 per circa 15m, al suo termine le difficoltà calano, ma bisogna ancora salire verticalmente per circa 5m fino a quando si incontrano 2 lame staccate sprotette, qui si inizia a traversare a destra per circa 10m e si sosta sotto uno strapiombino con masso incastrato (35m VI+/A0 poi V)
L6 alzarsi dal terrazzino fin sotto lo strapiombino e uscire a destra, per gradoni erbosi si continua a salire obliquando a destra fino ad incontrare una placca compatta e improteggibile dove è rischiesto un passo di decisione. Superata la placca si prosegue attraversando decisamente verso destra per qualche metro facendo sosta su dei chiodi posti sotto una decina di metri dallo strapiombo che caratterizza la via. (20m V+)
L7 proseguire verticalmenete rispetto alla sosta, puntando nel punto in cui lo strapiombo è meno marcato. Dalla sosta si sale qualche metro sprotetto ed improteggibile fino ad un chiodo marcio!! Proseguire moschettonando una una sosta a fix parecchio datati........ andare 2m a sinistra fino a saltare fuori dallo strapiombo e moschettonando parecchi chiodi la maggior parte dei quali di pessima conservazione. Traversare verso sinistra e poi verticalmente per 5m fino in sosta. (40m V/VI+/A0 poi ancora V)
L8 dalla sosta si va verso destra puntando ad un grosso albero da dove si inizia a salire in un gigantesco diedro e arrampicando sulla faccia bassa di questo. Le difficoltà sono banali, ma parecchia vegetazione ricopre questa parte di parete. Continuare per circa 30m fino a quando sulla faccia destra del diedro si nota una placca biancastra con numerosi chiodi e un cordone. Iniziare a traversare sulla destra per circa 7m fino a sostare. (45m III/VI/A0)
L9 scendere 1m sulla destra per entrare in un diedro, dove il suo inizio è molto difficoltoso a causa della vegetazione. Proseguire sulla rampa con roccia pessima e molta erba, cercando il facile si arriva ad un'albero e si traversa 6m a sinistra e si arriva in sosta. Tiro con pochi chiodi e roccia brutta, attenzione!! (50m IV+/V+)
L10 si obliqua a sinistra cercando il facile, poi a destra fino in sosta, posta sotto al grande tetto d'uscita. (25m IV+)
L11 dirigersi verso il tetto dal quale si segue tutto l'arco ascendente verso sinistra, con numerosi chiodi e passaggi faticosi. Superato lo strapiombo si prende una fessura ad incastro molto faticosa dove al suo termine si giunge in sosta. (25m A0 e A1 e VI-)
L12 continuare verso destra, dopo 3 metri piegare a sinistra e superare lo spigoletto , girato sul quale ci si affaccia sul catino erboso della vetta, lo si sale tutto fino ad uscire sulla ferrata a circa 40m a sinistra della vetta. (45m IV e II)

DISCESA:

Ci sono tre possibilità:
la prima è quella di scendere la ferrata, opzione che personalmente ritengo poco vantaggiosa.
la seconda è quella di seguire il ripido sentiero che scende verso Laorca fino a congiungersi con la traccia di salita.
la terza possibilità segue il sentiero in direzione sud che con leggeri sali e scendi e passando sotto il Monte San Martino imbocca sulla sinistra un ripido canale e transitando per l'Antimedale riporta al sentiero di avvicinamento quindi a Rancio.

SCHIZZO:

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