Punta della Disperazione 2083m
Via Timillero-Thomas

Bella via con i primi tre tiri abbastanza sostenuti, ideale nelle giornate di tempo incerto oppure quando non si ha molto tempo a disposizione. Merita sicuramente una ripetizione.

REGIONE:
Trentino

GRUPPO MONTUOSO:
Pale di San Martino

LUNGHEZZA:

200m di sviluppo (5 lunghezze)

DIFFICOLTÁ:

VI+

ESPOSIZIONE:

Nord

MATERIALE CONSIGLIATO:

Rinvii, serie completa di friends, cordini.

TIPO DI ROCCIA:

Ottimo calcare.

APRITORI:

R. Timillero e Thomas V. Criegern il 26 agosto 1974

PERIODO CONSIGLIATO:

Da giugno a ottobre.

ACCESSO STRADALE:

Dall'autostrada A4 si esce a Padova ovest e si punta per Bassano del Grappa che si supera proseguendo sulla ss47 risalendo la Valsugana fino al bivio di Primolano per Feltre: dopo circa 12 km ss50bis si svolta a sinistra sulla ss50, questa statale raggiunge Fiera di Primiero da dove si segue la strada ss347, sulla destra, che porta al passo Cereda. Poco prima di questo si seguono le indicazioni per la val Canali e poi per il Rifugio Treviso sino al parcheggio.

AVVICINAMENTO:

Dal parcheggio si segue la comoda mulattiera che si inoltra in val Canali, sino a quando diventa sentiero. Con qualche tornante nel bosco si perviene al Rifugio Treviso 1630m. (50 minuti dalla macchina) Dal retro del rifugio parte un ripido e faticoso sentiero che prima nel bosco e poi per pascoli e pietraie segue il vallone delle Mughe, la Punta della Disperazione si trova appena entrati nel vallone sulla destra.

ATTACCO:

Alla base della parete nord, ampia piazzola (30 minuti dal rifugio.)

RELAZIONE:

L1 Salire verso la piccola nicchia, passarla sulla destra e traversare a sinistra sopra a questa. Si punta a una clessidra cordonata, quindi a un chiodo e con passi atletici ma su roccia stupenda si giunge ad uno spit, dal quale si traversa a sinistra sino alla sosta. (35m, 1 clessidra, 1 chiodo, 1 spit, sosta a spit, VI/VI+)
L2 Si obliqua verso destra prendendo una lama bellissima, si entra nel diedro sbarrato in alto da un tetto, da questo si esce a destra e per rocce più facili si giunge a una sosta a chiodi che si supera e entrati in un intaglio si arriva alla terrazza di sosta, molto comoda. (40m, 2 chiodi + sosta intermedia, sosta su spit, V+)
L3 Andare a destra e rientrare a sinistra, passando sopra la sosta, su placca stupenda, si punta ad una zona strapiombante e rinviato uno spit si esegue un difficile passaggio di dita, quindi una bella fessura conduce ad un diedro appoggiato ed una zona più facile, in breve alla sosta. (40m, 1 chiodo, 1 spit, sosta su 1 chiodo e 2 clessidre, VI/VI+)
L4 Superare un muro verticale ben ammanigliato sopra alla sosta, quindi per una rampa appoggiata si giunge sotto un camino/diedro umido e nero. (35m, qualche clessidra, sosta su 2 chiodi, V+)
L5 Superare il camino/diedro ben ammanigliato e per facile arrampicata si giunge in cresta, se non c'è attrito si prosegue sino in vetta e si fa sicura sul cavo metallico della ferrata. (35m, 1 chiodo, sosta da attrezzare o cavo metallico, IV+)

DISCESA:

Dalla vetta si segue la ferrata sino all'intaglio, quindi si scende lungo un canalone (inizialmente con cavo metallico). Con altre corde fisse si arriva ad una zona meno verticale. Dopo facili passi di arrampicata si incontra un primo ancoraggio per doppia, più sotto un altro, quindi in breve alla base. Noi non ci siamo calati perché si riesce facilmente a scendere arrampicando, passi di secondo grado.

SCHIZZO:

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