Monte Disgrazia 3678m
Parete nord (via classica)

Bella e divertente, la nord del Disgrazia rimane una classica parete d'alta quota lombarda. L'abbiamo trovata in ottime condizioni (26 giugno 2021) anche se dal bivacco la terminale sembrava insuperabile. Attenzione alla discesa sul ghiacciaio che generalmente si compie al buio ed ha numerose possibilità, sia d'attacco che di percorso. Merita sicuramente una ripetizione.

REGIONE:
Lombardia

GRUPPO MONTUOSO:
Disgrazia

LUNGHEZZA:
650m di dislivello
DIFFICOLTÁ:
Pendenze dai 45° fino ai 60°/70°
ESPOSIZIONE:
Nord-est (attenzione! la mattina la parete prende molto sole)
MATERIALE CONSIGLIATO:
Corda da 60m, serie di friends fino all'1 BD, utile anche qualche micro. 6 chiodi da ghiaccio, cordini per spuntoni.
TIPO DI TERRENO:
Neve e ghiaccio ripido con qualche facile passaggio di roccia.
APRITORI:
A. Luchetti-Albertini e Giacomo Schenatti il 10 luglio 1934
PERIODO CONSIGLIATO:
Giugno
ACCESSO STRADALE:
Da Sondrio si prosegue per la Valmalenco sino al paese di Chiareggio, dove si parcheggia.
AVVICINAMENTO:
Dal parcheggio scendere e superare il torrente, quindi tramite una mulattiera si perviene al rifugio Ventina. Proseguire nella valle sino a raggiungere il ghiacciaio del Ventina che si segue sino ad incontrare sulla destra una fascia rocciosa che si supera con facili tratti di arrampicata sino alla sua sommità, dove sorge il bivacco Taveggia. Se si vuole accorciare il dislivello del giorno successivo si prosegue a mezzacosta lungo il ghiacciaio della Vergine, quindi un ripido tratto porta al pianoro posto nei pressi della Punta Kennedy dove sorge il Bivacco Oggioni al Colletto del Disgrazia 3151m (6 ore).
ATTACCO:
Nel punto più favorevole.
RELAZIONE:
Dal bivacco proseguire per 100/150 passi sotto la cresta, fino a raggiungere un colle. Iniziare a scendere sul versante opposto (qualche raro ometto) fino ad una calata di 30 metri. Continuare a scendere scegliendo il percorso migliore (nevai ripidi sui 45° e sfasciumi) fino a mettere piede sul ghiacciaio. Puntare alla parete evitando le zone crepacciate. Superata la terminale nel punto migliore, salire un primo pendio con pendenze costanti sui 45°/50° che porta alla fascia rocciosa. Superare una serie di goulotte con pendenze di circa 65° (2 tiri da 50/60m). Un ultimo pendio con pendenze sui 50°/55° conduce in cresta. Seguire la facile cresta fino in vetta.
DISCESA:
Dalla via normale che oppone semplici tratti di arrampicata. Raggiunto il rifugio Ponti, si rientra in Val Malenco tramite l’ex rifugio Desio, passando per il rifugio Bosio, quindi con breve tratta in autostop. Se non volete preventivare 3 giorni organizzatevi con 2 macchine. C’è anche la possibilità di calarsi in doppia dalla vetta, ma questa è una soluzione non testata.
SCHIZZO:

img