Aiguille Dibona 3130m
Madier

Montagna dall'estetica eccezionale, non si può non essere stati almeno una volta nella vita in cima all'Aiguille Dibona, la roccia è ottima e la cornice delle montagne che circondano la guglia rendono la salita bella e suggestiva. Purtroppo abbiamo trovato un affollamento indecente che personalmente non ho mai visto in montagna, qualcosa come dieci cordate attaccate alle prime due soste della via ed anche sulle altre vie non andava molto meglio! Questa gran confusione ha tolto tutto il fascino di questa montagna e ci ha costretti a ritardare l'attacco, sicuramente se dovessi tornare scarterei alcuni periodi dell'anno ed alcune vie. Abbiamo percorso la via Madier fino alla Cengia Boell, quindi per uscire in maniera sbrigativa abbiamo preso un diedro/canale appoggiato che ci ha portato sulla parete ovest, completamente fuori via, fortunatamente siamo riusciti a rientrare sulla cresta, grazie ad un tiro chiodato a spit con difficoltà di 5c/6a. La montagna merita sicuramente una visita, non come la via Madier che risulta affollatissima, forse per la richiodatura a spit?

REGIONE:
Francia

GRUPPO MONTUOSO:
Massif Des Ecrins

LUNGHEZZA:

500m di sviluppo (13 lunghezze)

DIFFICOLTÁ:

6a (5+ obbligato)

ESPOSIZIONE:

Sud la prima parte, est la parte finale, se si segue il nostro percorso si percorre anche una lunghezza sulla parete ovest.

MATERIALE CONSIGLIATO:

Rinvii, una serie di friends.

TIPO DI ROCCIA:

Ottimo granito.

APRITORI:

Maurice Fourastier - Andèol Madier nel 1937

PERIODO CONSIGLIATO:

Estate, vista l'ottima esposizione anche ad ottobre e maggio, neve permettendo.

ACCESSO STRADALE:

Raggiunta la città di Briançon si prosegue in direzione del Colle Du Lautaret 2058m, si prosegue per La Grave sino al lago du Chambon, seguendo sempre le indicazioni per Grenoble si arriva ad una rotonda dove si cambia direzione e si segue la strada per Venosc 952m, St. Christophe en Oisans che con lunga strada di montagna porta a Les Etages, piccola località prima del paese di La Berarde.

AVVICINAMENTO:

Dalla strada si può già vedere il cartello per il Rifugio Soreiller. Camminando su ottimo sentiero, mai troppo ripido, in circa 3.00 ore si arriva alla meta.

ATTACCO:

Sulla perpendicolare dell'inizio del grande diedro obliquo che va da destra a sinistra e che incide tutta la parete, poco sotto un camino formato da una grossa scaglia. 5 minuti dal rifugio.

RELAZIONE:

L1 Salire per facili rocce sino al camino, quindi con arrampicata ostica uscire in una zona di rocce più semplici che in breve porta alla sosta. (60m, zero protezioni, sosta a spit, V)
L2 Salire il diedro obliquo entrando in un camino che in breve diventa un vero e proprio tunnel, al suo termine per fessure si giunge alla sosta. (40m, qualche spit e chiodo, sosta su spit, V+)
L3 Proseguire nel diedro e quando la roccia diventa di colore nero e con qualche colata d'acqua si inizia a traversare a sinistra seguendo la chiodatura a spit, quindi verticalmente si raggiunge la comoda sosta. (40m, 4 spit, 1 ch., sosta a spit, IV+)
L4 Verticalmente si ritorna nel diedro. (20m, 1 spit, sosta a spit, V)
L5 Si sale un primo muro verticale, quindi si aggira un secondo muro verticale sulla sinistra e, rientrando nel diedro grazie ad una fessura, si perviene ad una vecchia sosta che si ignora, poco oltre un chiodo sulla destra permette, con passaggi atletici ma ben ammanigliati, di uscire dal grande diedro sino al terrazzino di sosta. (35m, qualche spit e chiodo, sosta a spit, V+)
L6 Ci si trova sotto una grande placca con spit visibile a 5m, dalla sosta ci si sposta a destra per evitare le maggiori difficoltà, quindi raggiunta una fessura si inizia a salire raggiungendo il primo spit, ora le difficoltà decrescono fino a raggiungere un secondo spit e, puntando uno strapiombino fessurato lo si supera con passaggio impegnativo ma ben protetto da uno spit ed eventualmente dalla facile possibilità di integrare altre protezioni, quindi una facile rampa di II porta alla sosta. (40m, 3 spit, sosta a spit, VI-)
L7 Si scala il sovrastante facile camino/canale sino ad una biforcazione, noi abbiamo preso quella di sinistra sino a raggiungere la cengia Boell. (50m, nessun chiodo, sosta a spit in comune con la via "Visite Obbligatorie", IV+)
A questo punto la via Madier percorre sulla destra la cengia Boell ed attacca la famosa fessura che abbiamo accuratamente evitato viste alcune voci riguardanti il fatto che il passaggio chiave sia diventato molto più difficile a causa della fuoriuscita di un sasso incastrato all'interno di una fessura, probabilmente se avessimo avuto il friend n.4 avremmo avuto meno timori a provare questa storica lunghezza. Quindi abbiamo pensato di salire dalla variante "Livanos" che percorre lo spigolo di sinistra, ma in realtà non si è rivelata tale ma chissà quale altra via. Solo in seguito abbiamo saputo che il superamento del passaggio in fessura viene aiutato dalla presenza di due nuovi spit.
L8 A sinistra della sosta inizia un lungo e facile diedro che si percorre sino a sostare a circa 2/3. (60m, qualche ch., sosta su un chiodo da integrare, III+)
L9 Si continua nel diedro sino ad uscire sulla sinistra su una sosta a spit, che non ci è chiaro di quale via sia, probabilmente della via "Savoiardi". (25m, nessun chiodo, sosta a spit, III)
L10 Sulla destra abbiamo intravisto degli spit che abbiamo seguito con difficoltà abbordabili, arrivando a sostare su un terrazzo sulla parete ovest a pochi metri dallo spigolo sud. (35m, numerosi spit, sosta a spit, 5c/6a)
L11 Si esce sullo spigolo su roccia bellissima e grazie ad una serie di fessure si raggiunge la sosta di "Visite Obbligatorie", che probabilmente è in comune con la Madier. (30m, 1 spit, sosta a spit, VI-)
L12 A questo punto abbiamo voluto rimanere su difficoltà più semplici ed abbiamo scartato la possibilità di seguire gli spit di "Visite Obbligatorie" e con una serie di cenge sulla parete est (destra faccia a monte) abbiamo raggiunto la L12. (35m, nessun ch., sosta su chiodo da integrare, V)
L13 Seguendo ancora una serie di cenge ascendenti si raggiunge l'aguzza cima. (50m, nessun ch., sosta su spuntone,IV)

DISCESA:

Per facile ma espostissima arrampicata si raggiunge una sosta con calata, una quindicina di metri sulla cresta nord sotto la cima (versante opposto a quello di salita), quindi con due doppie da 30m si arriva una cinquantina di metri prima di un colle che separa la A. Dibona dalla C. Gunneng, li si percorre con facile arrampicata sino al colle e con comodo sentiero su sfasciumi e neve (numerosi ometti) con un giro a semicerchio si torna al rifugio.

SCHIZZO:

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